Chiesa di San Paolo - Viadana (Mantova)

L'illustre Paolo Vincenzi, abitante nel Borgo di S. Francesco, fece fondere nel 1679 una campanella di 36 libbre (circa 16 kg), con l'intenzione di collocarla nell'oratorio che voleva far costruire.

A tal proposito, sabato 14 novembre 1682, egli fece testamento, rogato dal notaio Francesco Baruffaldi, col quale, dopo il suo trapasso, nominava quattro amministratori dei propri beni più il parroco di S. Pietro che ne doveva avere la supervisione. Inoltre il Vincenzi disponeva che quest'ultimo dovesse far erigere, nel luogo della sua casa ed ortaglia, un oratorio a comodo degli abitanti del Borgo, a titolo di S. Paolo Apostolo. Non solo, ma ordinava al religioso, che arredasse la cappella suddetta, con due quadri: uno dedicato a S. Antonio e l'altro a S. Vincenzo. Le rendite dell'eredita, poi, dovevano essere impiegate nella celebrazione, solo da parte del clero di S. Pietro, di tante messe feriali nel medesimo oratorio. Morto il Vincenzi, con decreto vescovile del 26 maggio 1687, si diede principio a S. Paolo.

La costruzione fu terminate secondo il Parazzi l'anno dopo, mentre per l'Araldi nel 1691 quando con decreto vescovile, Lodovico Tonni prevosto di S. Pietro, la benedisse il primo di Luglio.

Sempre l'Araldi in questo modo descriveva la chiesa circa 80 anni dopo. "Codesto oratorio è lungo braccia 38 (circa 17.48 metri), largo braccia 28 (circa 12.88 metri), alto 36 braccia (circa 16.56 metri) fatto a volte con 8 finestre cinque avanti in facciata, quali guardano a mezzogiorno due a basso ed altre tre dietro, colla sua torre dove vi fu posta la campanella che fu fatta fare sin dal 1679 vivente il testatore. In mezzo vi è un'ancona di legno ma non dorata con dentro un quadro con sopra la B.V. e di sotto S. Paolo. In mezzo poi l'altare a destra nell'ingresso vi è un quadro di S. Antonio di Padova, ed a sinistra dirimpetto un altro quadro di S. Vincenzo Ferreri colla sua cantoria sopra la porta della Chiesa". Il 30 maggio 1761 il vescovo di Cremona diede la facoltà di celebrare in S. Paolo la messa festiva. Senza ombra di dubbio questo permesso fu concesso in quanto il "Borgo", in cui sorgeva anche la chiesa, era allora abitato dalle più importanti famiglie di Viadana.

Cinque anni dope l'arciprete del Castello, Don Paolo Francesco Gattafoni, permutò una campanella della sua chiesa con quella di S. Paolo, fatter fare come si é già scritto dal Vincenzi; ciò avvenne per mezzo di un certo Giovanni Borghini e la si usò per suonare la messa.

Nel frattempo si continuava a curare la grossa eredità di cui faceva parte anche la possessione "Sabbionare". Pietro Besana, quale amministratore interinale del lascito (gli altri erano morti: nob. Luca Evangelista Bonanomi, Conte Antonio Mazzucchini e Dott. Pietro Zangelmi), affittava tale tenuta di biolche 100 al Sac. Pietro Trentini a lire 55 alla biolca, con contratto stipulato davanti al notaio Pio Baruffaldi il 29 Settembre 1784.

Le maggiori solennità in S. Paolo si tenevano nei giorni seguenti:

22 Gennaio, festa di S. Vincenzo Levita e Martire con elargizione di pane ai poveri, in osservanza al legato Vincenzi; la stessa distribuzione si faceva di fronte agli altari di S. Gaetano nella chiesa di S. Pietro e a quello del Rosario in Castello, fatti erigere sempre dalla famiglia Vincenzi;
25 Gennaio, festa per "S. Paolo dei Segni" ovvero Conversione di S. Paolo; messa alla mattina, seguita dal pranzo in casa del Sig. Ruggero Defendi (dirimpetto al collegio Benozzi), fabbricere di S. Pietro, anche aveva l'impegno della manutenzione di S. Paolo.
30 Giugno, festa con esposizione della reliquia del titolare, copia di messe con benedizione alla sera;

Secondo la cronaca dell'Araldi, la soppressione dell'oratorio avvenne il 30 Gennaio 1786, mentre per il Parazzi quella effettiva avvenne nel 1789. Si ha quest'ultima data anche su di una supplica degli abitanti del "Borgo" al vescovo Offredi perché S. Paolo rimanesse aperto al culto. Altra testimonianza si ha su di una copia di ricevuta rilasciata dal prevosto Nicola Buvoli, generale amministratore dei lasciti Vincenzi, il 29 maggio 1789 ai Signori Carlo Veronesi e Pietro Ruberti curatori della soppressa eredità. II sacerdote dichiarava di aver ricevuto tutti i mobili, sacri e profani, di detto oratorio e lire 5474, soldi 12 e denari 6 in rimanenza di cassa, in esecuzione degli ordini del regio amministratore generate del Fondo di Religione Don Giuseppe Multi, in parole povere, casa, terra ed oratorio furono devolute a questo nuovo ente.

L'11 Luglio di cinque anni più tardi, il direttore delle scuole del Lombardo-Veneto dispose che, oltre alle due classi con due maestri, si aprisse un'altra scuola sussidiaria, sempre di due classi, nel fabbricato di S. Paolo per opera di Padre Donelli minore osservante e dal fratel suo Don Lazzaro. Questa istruzione doveva essere a pagamento, salvo il concorrervi della comunità. Disponeva inoltre che altre scuole, compreso il Ginnasio, dovevano essere aperte nei local di S. Rocco.

Sempre nello stesso anno si ottenne, dopo nuove e numerose istanze, di riaprire S. Paolo come chiesa sussidiaria di S. Pietro. Modifiche e ristrutturazioni eseguite nel tempo hanno portato l'aspetto dell'oratorio dalla descrizione settecentesca all'attuale. L'opera d'arte di maggior pregio che custodiva, era l'ancona in legno intagliata dal Viadanese De Giovanni nel 1763, sembra su disegno del Pianola e composta da due cariatidi, che con sforzo manifesto sorreggono la cornice a sua volta ricca di ornati, putti, festoni in frutta e fiori, sotto stemmi e la seguente iscrizione:

HOC OPUS AD MAJOREM DEI GLORIAM DEAURATUM FUIT ANNO MDCCLXIII

Questa ancona ornava un quadro probabilmente del Chiocchi raffigurante: S. Paolo, S. Vincenzo e la B.V. col Bambino. Sul tetto, non in posizione originale, vi è ancora la bandiera segnatempo, forata da proiettili durante la seconda guerra mondale, raffigurante il titolare e forse una volta posta a S. Pietro.

Nell'interno, al centro del pavimento, si nota ancora la botola di ingresso ai sepolcri sotterranei; due lapidi asportate e trascritte dal Parazzi ne testimoniavano l'uso:

A DOMENICA GOGNETTI VISSUTA SOLO 30 ANNI SINO AI 28 DI OTTOBRE 1837 O DOMENICA AI GAUDI DELL'EMPIREO SALITA DEH PREGA CONFORTO AL MISERRIMO TUO SPOSO CLEMENTE BESANA CHE NON SA DARSI PACE DA CHE GLI MANCHI TU O SUA BUONA SUA BELLA CONSOLATRICE! (dalla parte sinistra)
IN QUESTO SACRO LUOGO OVE SPESSO SI RACCOLSE A PREGHIERA PAOLA GOGNETTI NATA AVOSANI IL MARITO POSE QUESTO MARMO A PERENNE MEMORIA DI UNA DONNA CHE PER SINGOLARE VIRTU AMAVA OLTRE OGNI DIRE 20 LUGLIO 1846 (dalla parte destra)

L'oratorio di S. Paolo continuò come sussidiario della parrocchiale fine a poco prima della seconds guerra mondiale quando fu chiuso al culto. Durante it conflitto fu sequestrato ed adibito a magazzino dalle truppe tedesche. Finita la guerra fu acquistato dal Sig. Angelo Cerati che, alla stesura della preliminare, versò la summa di compera per intero più due biciclette nuove, da estrarre in una pesca, al parroco di S. Pietro, rappresentante della Curia. Due anni dopo nel 1948 per effetto della svalutazione, di fronte al notaio per il rogito, l'acquirente dovette sborsare encore la stessa somma pagata in precedenza. Cosi la chiesa di S. Paolo fu venduta una sola volta e pagata due.

Da "Inventario dei luoghi di culto del Viadanese" di Luigi Cavatorta
Chiesa di San Paolo
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